Se consultiamo il Primo Tesoro della Lingua Letteraria Italiana curato da Tullio De Mauro (Torino : Utet, 2007) che fa riferimento a tutti i sessanta libri vincitori del Premio Strega, dal 1947 le occorrenze della parola "macchina" offrono curiose considerazioni.
Il top delle occorrenze è da assegnarsi ad Alberto Moravia che cita la parola "macchina" 145 volte (+ 10 "macchine") nel Conformista (Milano : Bompiani, 1951) seguito da Sandro Veronesi (140 occorrenze + 14 "macchine") nel romanzo Caos calmo (Milano : Bompiani, 2006). Al terzo posto ritorna Moravia con i suoi Racconti (Milano : Bompiani, 1952) con 100 occorrenze, a cui si aggiungono 7 "macchine". Tutte le altre "citazioni" non superano mai il centinaio. Ma ci sono anni in cui la parola macchina non compare nemmeno una volta: il 1983 quando vince il premio Il Natale del 1833 di Mario Pomilio e il 1985 con Argo il cieco ovvero i sogni della memoria di Gesualdo Bufalino.
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