Jacopo Palandri scrive:
- la "macchina" nasce con uno scopo, ovvero dall'esigenza dell'uomo di risolvere un problema, sia esso di tipo analitico, tecnologico, operativo, ecc... oppure semplicemente per migliorare il suo stile di vita.
- la "macchina" intesa in senso lato anche nella sua trasposizione figurata ("macchina della giustizia", "macchina burocratica" e simili), ha molte analogie con un organismo vivente. E' composta di parti in numero variabile non necessariamente di tipo fisico (anche una "macchina organizzativa" ha per componenti le squadre di persone che collaborano per la risoluzione di un problema specifico) e che agiscono in un insieme organico.
- la "macchina" nasce da un processo di tipo attivo dell'uomo che coinvolge ad ogni livello sia le sue capacità ingegneristiche che le sue capacità artistiche. Anche nelle macchine più semplici o arcaiche è possibile riconoscere l'abilità del "progettista" intesa come sforzo mentale che lo porta ad una soluzione di un problema che la realtà gli pone dinnanzi ma anche alla "bellezza", intesa in senso estetico o artistico, della realizzazione della macchina stessa. Con ciò intendo dire che l'ideazione della macchina, la sua elaborazione progettuale, coinvolgono sia una sfera razionale dell'individuo che una più istintiva, legata alla sua fantasia ed al suo genio.
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