lunedì 13 marzo 2017

Ultima lezione

L'ultima lezione del Corso sarà nella sala riunioni del terzo piano del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale il giorno gioved' 30 marzo dalle ore 13;30 alle ore 16:30.
In tale data sarà possibile  consegnare l'elaborato e procedere ad un eventuale commento.
Chi fosse impossibilitato a presenziare è pregato di comunicare via mail il testo del proprio elaborato.

venerdì 3 marzo 2017

Macchinisti versus Antimacchinisti ...

... nel romanzo del 1872 di Samuel Butler, Erewhon (si vedano in particolare i capitoli XXIII-XXV ) (EC)

Cinema e industria

Ermanno Olmi e le Costruzioni meccaniche della Riva di Milano: il cinema incontra la macchina in un documentario del 1956. (EC)




Pandemonium

L'inaugurazione dei giochi olimpici di Londra del 2012 ha visto una cerimonia inaugurale incentrata sulla Rivoluzione Industriale. (EC)

Ecco il filmato

Danny Boyle e il suo gruppo si sono ispirati a un lavoro del regista inglese Humphrey Jennings, Pandaemonium 1660–1886: The Coming of the Machine as Seen by Contemporary Observers

mercoledì 1 marzo 2017

L'estetica della macchina

Oggi 1° marzo 2017, la dottoressa Elena Canadelli terrà una lezione sull'Estetica della macchina.

A seguire i commenti sugli "Incontri con la Macchina"

NOTA: questa è l'ultima lezione ufficiale. a metà marzo vi sarà un ultimo incontro per definire i contributi dei dottorandi al volume.


La macchina sui piatti

Piatto della Serie les Inventeurs (Porcelaine de Sarreguemines, 1871 -1913)

giovedì 23 febbraio 2017

La memoria

Un sistema algebrico è tale quando le uscite dipendono algebricamente dagli ingressi. Nessuno degli stati relativi a tempi passati ne influenzano il comportamento.

Un sistema dinamico (retto da equazioni differenziali( è tale da essere influenzato oltre che dagli ingressi anche dagli stati in tempi precedenti. E' un sistema con memoria e il suo schema può essere così rappresentato:


Alle origini della frontiera

Airton Pollini in un suo saggio apparso sulla Rivista "Pallas", parla delle percezioni degli antichi Greci nei confronti della frontiera nella Magna Grecia. Prendendo a riferimento un breve testo del Timeo (e riportato in: Strabo 6, 1, 9 ; Diodorus Siculus 4, 22, 5 e Pausanias 6, 6, 4) suggerisce l’esistenza di due concetti di frontiera presenti nella cultura delle colonie greche: a) la frontiera fisica che delimita i confini tra due città di fondazione; b) e quella relativa al confine con i territori indigeni non ancora colonizzati. Quest’ultima indefinita e mobile è in assoluto molto simile a quella che diventerà la frontier verso i territori dell’ovest nell’America del XIX secolo. Ma se la “frontier” non è stata creata intorno all’epopea del Far West e dell’identità culturale americana, perché non scavare ancora più indietro, nel mondo dei padri... nella Mesopotamia come in Egitto, e al tempo della nascita di Israele.
Il giardino dell’Eden, come ogni altro hortus è e deve essere conclusus (recintato) perché la sua essenza risiede nella sua unità spaziale e nella separazione dall’esterno e così anche se non è fatta esplicita menzione alle sue frontiere è ben chiaro che la trasgressione di Eva e Adamo ha la sua origine proprio nel voler sorpassare quel confine: il parallelo con il mito del vaso di Pandora è immediato.

Frontiera, un primo contatto

Nel 1955, alcuni mesi prima dell'apertura ufficiale del parco di Disneyland, il 17 luglio del 1955, ad Anaheim, a 40 chilometri da Los Angeles, esordisce in TV con lo stesso nome un appuntamento settimanale, presentato dallo stesso Walt Disney. In questa trasmissione sono presentati i cartoni animati con i famosi personaggi dei fumetti: Topolino, Paperino e relative compagnie. Con la stessa logica con cui sarà articolato il parco, all’interno del programma di Walt Disney si costituiranno delle aree tematiche a carattere essenzialmente documentaristico: Adverntureland, Fantasyland, Tomorrowland e Frontierland. E’ proprio Campanellino, uno dei personaggi del Peter Pan, a far aprire con la sua bacchetta magica le “porte” di queste frontiere… Alcuni anni più tardi il programma giungerà anche sul piccolo schermo della RAI. Questo è stato il mio primo contatto con la “frontiera”, con una frontiera aperta e ricca di avventura. 

(da: Vittorio Marchis, Intorno al concetto di frontiera e di civiltà, Convegno della Fondazione F. Burzio "Oltre la frontiera delle culture", Torino, 8 novembre 2005 (Torino : Centro Studi Piemontesi, 2006).

Frontiere, una bibliografia

Libri da esplorare

  • Marc AUGÉ, Disneyland e altri non luoghi, Torino : Bollati Boringhieri, 1999. 
  • Walter BENJAMIN, Angelus Novus. Saggi e frammenti, Torino : Einaudi, 1962.
  • Filippo BURZIO, Il demiurgo e la crisi occidentale, Milano : Bompiani, 1943. 
  • Dino BUZZATI, Il deserto dei Tartari, Milano : Rizzoli, 1940, 
  • Louis-Férdinand CÉLINE, Voyage au bout de la nuit, Paris : Gallimard, 1932 (Viaggio al termine della notte, Milano : Corbaccio, 1933, 1992, trad. it di Ernesto Ferrero). 
  • Michael CUNNINGHAM, Land’s End, New York : Crown, 2002 (Dove la terra finisce, trad. it di Ivan Cotroneo, Milano : Bompiani, 2003). 
  • Lucien FEBVRE, Pour une histoire à part entière, Paris : Sevpen, 1962 (Problemi di metodo storico, Torino Einaudi, 1992, trad. it. di Corrado Vivanti) 
  • Michel HOUELLEBECQ, Plateforme, Paris : Flammarion, 2001 (Piattaforma nel centro del mondo, trad. it. di Sergio Claudio Perroni, Milano : Bompiani, 2001). 
  • Paul NUGENT e A.I. ASIWAJU, Fronteras africanas. Barrersi, canales y oportunidades, Edicions Bellaterra, 1998. 
  • Carlo OSSOLA, Claude RAFFESTIN e Mario RICCIARDI (Ed.), La frontiera da stato a nazione. Il caso Piemonte, Roma : Bulzoni, 1987. 
  • Sergiusz PIASECKI, L’amante dell’orsa maggiore, Milano : Mondadori, 1942, (trad it. di Evelina Bocca Radomska e di Gian Galeazzo Severi). 
  • Thomas PYNCHON, Mason & Dixon, Milano : Rizzoli, 1999.
  • Luis SEPÙLVEDA, La frontera extraviada, Bad Homburg, 1994 (La frontiera scomparsa, trad. it di Ilide Carmignani, Parma : Guanda, 1996). 
  • Charles P. SNOW, The Two Cultures and a Secondo Look, Cambridge : Cambridge University Press, 1959, 1963 (Le due culture, Venezia : Marsilio, 2005, trad. di Adriano Carugo, a cura di Alessandro Lanni, con tre interventi di Giulio Giorello, Giuseppe O. Longo e Piergiorgio Odifreddi). 
  • Benedykt ZIENTARA, Frontiera, in: Enciclopedia Einaudi, tomo 6, Torino : Einaudi, 1979 (traduzione di C. De Marchi).

Un feedback...

Carissimi dottorandi, con soddisfazione osservo gli accessi che avete effettuato al blog e di cui metto in calce il grafico con il picco di ieri. Attendo con ansia i vostri contributi.


mercoledì 22 febbraio 2017

Consigli e approfondimenti

Sono disponibili sul portale della didattica alla voce "materiali" i saggi: 

Vittorio Marchis, Machina est medium (1997)
Danila Bertasio, The anthropomorphic imperative: a historical analogy (2016)

Incontri con la macchina (versione 2016)

1.      Nigra, Case fatte a macchina
2.      Barale, Engien de chantier , engien de la ville
3.      Pressacco, Il paesaggio come macchina della pubblicita'
4.      Girodo, Rifugiarsi nella macchina
5.      Fiandanese, La retorica della macchina nella citta' cinese
6.      Montipo, I carapaci urbani
7.      Negrello, La macchina di ghiaccio
8.      Guarnera, Le zanzare come macchine di aspirazione
9.      Frungieri, Le strutture colloidali dell'architettura
10.     Lavino, Soft machines
11.     Droghetti, Modelli discreti nel flusso del traffico (Intervista alla macchina)
12.     Viglietti, FEM di un budino
13.     Nguyen, La citta' come macchina idraulica
14.     Dos Santos, La felicita' delle macchine
15.     Volpatto, Lo spirito della motocicletta
16.     Ricci, Le primarie delle macchine
17.     Bruno, Il signore delle macchine
18.     Daga, La macchina impazzita
19.     Nisi, Le abilita' di una macchina disabile
20.     Pirani, Il telaio della pelle
21.     Gerace, Il cervello come macchina del caso
22.     Raffone, La macchina fa il pathos
23.     Ravera, Elettrodomestici per una cucina a zero G
24.     Lingua, The Quantum Bike
25.     Agostino, La catena di montaggio dei batteri
26.     Caputo, Il motore del Tremila
27.     Pognant, La macchina di legno
28.     Bassani, Il semaforo proteico
29.     Piatti Hard Rock Field Effect Machine
30.     Curcio, Un nuovo materiale per una macchina magnetica del freddo
31.     Cardenas, Il sesso degli orologi
32.     Rehan Jamshed, The Drawing Machines

I titoli in grassetto si riferiscono a paper pervenuti

Sound & Scent

Il profumiere Septimus Piesse organizzò alla metà dell'Ottocento una curiosa corrispondenza tra note musicali e note profumate.


da: The Art of Perfumery, London, 1857

sabato 18 febbraio 2017

Suggerimento


Maquinas / Machines


Machines, par Chloé Poizat

"Elles sont surréalistes et sophistiquées... Ce sont des machines à rêver, pour améliorer notre quotidien et donner envie d'en inventer. 
Dans ce petit livre d'art, chaque machine raconte son histoire."




Recipes


Una pagina dal libro Philosophy of Emerging Media: Understanding, Appreciation, Application
a cura di Juliet Floyd,James E. Katz

Italian Songs











"Sesame Street" Show

Greg Kinnear: Machine

Paula Patton and Elmo: Innovation

Hand





Protesi

Protesi, ovvero la metamorfosi, un racconto di Vittorio Marchis

"La natura è in grado di compiere cose straordinarie senza l'intervento degli spiriti maligni. Se la natura, poi, è aiutata dal sapere e dall'ingegnosità umani, allora i risultati saranno quasi incredibili per gli inesperti" (Ruggero Bacone, I segreti dell'arte e della natura, cap. IV)

Si racconta che un tempo, in un paese oggi scomparso e ormai ridotto a semplice landa desolata, arida e priva di ogni scrittura della passata storia, vivesse un popolo di uomini e donne supremamente intelligenti. Questi uomini e queste donne, bellissimi, non avevano bisogno di lavorare perché il loro pensiero era sufficiente a far sì che le risorse naturali bastassero non solo alle necessità, ma soprattutto al loro diletto. Conoscevano il piacere dei sei sensi e anche il procreare era ridotto a puro linguaggio, a trasmissione di emozioni e simpatia. Si è già detto che questi uomini e queste donne non avevano bisogno di lavorare. E perciò essi non avevano né mani né braccia.
Chi argomentasse, con il nostro modo di pensare, che essi erano più simili agli animali che a noi sbaglierebbe di grosso, perché in verità la loro prossimità agli dei era quanto noi non possiamo nemmeno immaginare.
Un giorno, una giovane di nome Protesi ebbe la ventura di essere trasportata dal mare, a causa di una tempesta, sulla spiaggia di un'isola abitata dagli uomini, ossia da esseri pari a quanti raccontano e tramandano questa storia. Quando, dopo un lungo sonno, Protesi si svegliò, trovò dinanzi a sé uomini e donne ben più brutti e rozzi di lei. In fondo anch'essi avevano una testa, un torso, un ombelico, due gambe; sorridevano e muovevano le labbra; si toccavano e si facevano segni. Ma avevano qualcosa che li rendeva diversi: due articolazioni, simili alle gambe, ma più sottili, dotate di estremità ramificate e estremamente mobili si dipartivano dalle spalle, leggermente al di sopra e a fianco delle mammelle. Usavano questi rami per afferrare le pietre, per spezzare le foglie degli alberi, per staccare gli acini dai grappoli e per disporli in file ordinate, per tracciare insulsi segni sulla sabbia. Ciò che più impressionò Protesi fu il vedere un vecchio, ormai cieco, usare le mani (così le chiamavano) per tamburellare su alcune canne, producendo in questo modo suoni mai ascoltati, strani, ma desiderabili. E fu colta da invidia.
Pregò allora gli dei che la facessero ritornare a casa e la rendessero simile agli uomini che aveva incontrato sull'isola. La richiesta parve agli dei alquanto strana, alcuni di essi rimasero dubbiosi, altri la ritennero completamente stupida, ma poiché le preghiere di Protesi erano insistenti e continue, e poiché gli dei si lasciano commuovere dalle loro creature, finalmente si convinsero nell'esaudire le preghiere della bellissima giovane. Nella fucina dove si forgiano tutte le cose del mondo, con i metalli più preziosi vennero fatti preparare due arti lucenti e mobilissimi, ciascuno terminante con cinque ramificazioni prensili. Dopo che gli arti furono ultimati, gli dei rapirono Protesi, ed immersala in un torpore soavissimo le applicarono gli arti esattamente a somiglianza di quelli ammirati negli uomini e nelle donne dell'isola. Quando si fu risvegliata dal torpore, prima di essere ricondotta tra i suoi simili, Protesi fu istruita sull'uso degli arti. Ma le si impose, come pagamento del dono ricevuto, di non svelare l'origine di questo dono così singolare. Protesi promise solennemente, e fu rimandata presso i suoi simili. Gli dei l'abbandonarono al suo destino.
Credeva che sarebbe stata accolta come una dea, onnipotente per i nuovi doni ricevuti, ma rimase ben presto delusa. Additata come una mutazione mostruosa della natura più abbietta, fu relegata presso il bosco sacro alle ninfe, in modo che si potesse purificare, vergine, consacrandosi a quanto la Natura prodiga ci fornisce nella frescura delle selve. Sola rimase per lunghi mesi trovando unico diletto nelle canne, che ora riusciva a divellere dal terreno, a tagliare con cura, a riunire in fasci ordinati per altezza. In esse soffiava e traeva melodie dolcissime.
Attirato dal suono, un giovane di cui rimane ancor oggi sconosciuto il nome, la avvicinò e l'amò. Noi tutti siamo figli di Protesi.

(Apparso come incipit del saggio Protesi, ovvero la metamorfosi, in "Iride", anno IX, n.19, dicembre 1996, pp.703 sgg.; e apparso in inglese con il titolo Prosthesis, or The Metamorphosis, translated by Jim Hicks in : "The Massachusetts Review",Vol. 52, Issue 2 )

giovedì 16 febbraio 2017

Isaac Asimov

The Machine That Won the War (1961)


Le Tre Leggi della Robotica di Isaac Asimov (1940)

1.    A robot may not injure a human being, or, through inaction, allow a human being to come to harm.
2.    A robot must obey orders given to it by human beings except where such orders would conflict with the First Law.
3.    A robot must protect its own existence, as long as such protection does not conflict with the First or Second Laws.

Nel suo romanzo del 1985 Robots and Empire, Asimov creò una nuova Legge che sovrastava le altre tre e la chiamò Zeroth Law.

0.    A robot may not injure humanity or through inaction, allow humanity to come to harm.


"Some people have regarded the original laws as 'slave laws'. After all, a slave is not allowed to harm a master, must obey orders, and may even have to sacrifice his life to follow those orders. But I view the three laws as examples of the rules that have governed the use of tools since the Stone Age." Isaac Asimov



Philip Dick

Le macchine in questo scrittore di fantascienza sono spesso le protagoniste...







martedì 14 febbraio 2017

The Robot's Dilemma


Michael Anderson and Susan Leigh Anderson (Ed.), Machine  Ethics






Aesthetics, an introduction



Play Machines

Chaire ALN Laboratoire LT2



Machine Epistemology


A GeorgiaTech Lecture

Rachel Dickey, "Machine Epistemology"
03.11.2016, a Lecture at Georgia Tech

Thesaurus (step 2)

la macchina... cinese




Macchina
机器
Jīqì
Macchinario (macchina + dispositivo)
机械
Jīxiè
Apparato (macchina + arma)
手机
Shǒujī
Telefono (mano + macchina)
机会
Jīhuì
Opportunità (macchina + possibile)
相机
Xiàngjī
Macchina fotografica (fase + macchina)
机制
Jīzhì
Meccanismo (macchina + sistema)
国家机器
Guójiā jīqì
Apparato statale (paese + macchinario)
机工
Jī gōng
Meccanico (macchina + lavoro)
水工
Shuǐ gōng
Idraulico (acqua + lavoro)
工程
Gōngchéng
Ingegneria