lunedì 12 marzo 2018

La lezione della macchina

"Paul gli spiegò l'ammirazione che provava per la macchina.
I suoi slanci erano focosi e le sue idee giuste benché un po' confuse. Era nato proprio nel
momento in cui la macchina stava anch'essa nascendo. In quel tempo che non è poi tanto
lontano, si soleva dire "brutto come una macchina".

La macchina è un evento di così capitale importanza nella vicenda dell'umanità che ben si
poteva assegnarle un ruolo di condizionatrice dello spirito, ruolo non solo altrettanto
decisivo, ma ben più vasto di quanto fosse stato imposto nei millenni dalle egemonie di
guerrieri che a una razza ne sostituivano un'altra. La macchina non oppone una razza a
un'altra razza, ma un mondo nuovo a un mondo vecchio nel concorso di tutte le razze.

La macchina, fenomeno moderno, opera nel mondo una riforma dello spirito.

La macchina è concepita dall'uomo per bisogni umani; la macchina è costruita non
secondo l'immaginazione, ma sul sistema spirituale che ci siamo dati deliberatamente,
sistema che costituisce per noi un universo tangibile.

II miracolo della macchina è quindi di avere creato organi armoniosi, se non altro di
un'armonia che progredisce verso la perfezione man mano che viene filtrata
dall'esperienza e dall'inventiva.

Con la macchina la prova si fa all'istante: funziona o non funziona! La relazione di causa
ed effetto è diretta. In complesso, si può dire che ogni macchina che funziona è una verità istantanea.

La macchina è calcolo, il calcolo è sistema creativo umano contenuto nel nostro essere
che spiega con precise verifiche a nostra misura l'universo che intuiamo, la natura che
vediamo nelle sue manifestazioni tangibili di vita ordinata.

Entra allora in funzione il meccanismo diretto della vista, del tatto, dei sensi. La macchina
è davvero un cantiere di meravigliosa sperimentazione della fisiologia delle sensazioni,
ben altrimenti ricca e ordinata che la scultura.

La macchina genera la macchina.

Ecco, in sostanza, il motivo per cui l'uomo si ferma davanti alla macchina per ammirarla.
L'animale e il divino ne sono egualmente appagati. Ma le macchine si adornano di pittura, col grigio, col rosso, col vermiglio, col verde, col blu. Il grigio sulle fusioni elaborate, i colori vivaci sulle sezioni di geometria pura.

La lezione della macchina consiste nella pura relazione di causa ed effetto. Purezza,
economia, applicazione tutta volta al conseguimento della sapienza.

E' forse pensabile che per sollecitarlo l'uomo possa ideare un ciclo d'opere disinteressate,
lontane da qualsiasi "macchina", ma animate da un sentimento matematico: dei rapporti
puri, che gestiscano forme pure.

Le Corbusier, La lezione della macchina

"Rimane il "segno della macchina". Secondo certe voci (stile Le Corbusier) noi viviamo
sotto questo segno e siamo ineluttabilmente governati dall'estetica dell'aeroplano e della
"limousine". Che fandonie vanno dicendo! La macchina... Ve ne sono state in tutte le
epoche.  [...] E agli occhi dei nostri nipoti l'Hispano-Suiza apparirà come un ingenuo giocattolo."

Louis Vauxcelles
L'Ere Nouvelle", 27 giugno 1924.

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