martedì 1 marzo 2016

I filosofi e la macchina

Kant  nel paragrafo 59 della Critica del Giudizio, indica lo stato monarchico “governato da leggi popolari sue” come un corpo organizzato, mentre la dittatura è paragonata a una “macchina”, un mulino mosso da energia umana.

Il Prometeo moderno. Sul pensiero di Günther Anders un saggio di Valerio Russo.

"Servitore della macchina, l’uomo deve divenire macchina egli stesso, e il suo lavoro non ha più niente di veramente umano, perché non implica più l’intervento di nessuna di quelle qualità che costituiscono propriamente la natura umana. Si può osservare che la macchina, in un certo senso, è l’opposto dell’utensile, e non un utensile «perfezionato» come molti ritengono, perché l’utensile è in certo qual modo un «prolungamento» dell’uomo stesso, mentre la macchina riduce quest’ultimo alle condizioni di suo servitore; e se si è potuto dire che l’«utensile generò il mestiere», non è men vero che la macchina lo uccide; le reazioni istintive degli artigiani contro le prime macchine si spiegano pertanto da sole."
René Guénon, Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi, 
Parigi 1945, ed. it. Milano : Adelphi, 1982, p. 63.

Paolo Rossi, Daedalus sive mechanicus (un saggio intorno a I filosofi e le macchine)



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